Maratonina di Treviglio

Appena arrivo a Treviglio, entro nel centro e stranamente vedo una città “morta”: sono le 08.00 non una persona in giro per chiedere della zona gara, un silenzio tra le vie che mai pensavo potesse accadere, ma appena trovato un passante chiedo indicazioni ed eccoci arrivati. Aspettavo da sempre correre con la neve e oggi è arrivato il giorno. Eccoci allo start butto via i calzini che mi tenevano caldi i piedi e lo sparo ci fa partire, la neve non è fittissima ed e l’analoga cosa di quando piove. Ho un buon passo da record personale, anche se la sabbia che hanno sparso sul manto stradale mi crea sofferenza perché le pietrine si conficcano sulla pianta del piede. Controllando il GPS mi accorgo che non segnala giusto il passo e lo confronto con una persona notando la differenza quindi non dovrò farmi influenzare dei dati del mio cronometro. Arrivato al 16^ km mantengo ancora il passo da record personale, quando mi prende un forte mal di pancia che mi costringe a fermarmi e devo affiancarmi a lato strada per “scaricare” anche se è imbarazzante, ho anche buttato i guanti che mi sono serviti per pulirmi finendo gli ultimi 5 km con le mani congelate. I minuti di fermo hanno fatto raffreddare tutto il corpo e sono nervoso per le condizioni climatiche, poi vedere molti che mi superano e svanire la possibilità del record personale, tutto fa alimentare lo stato d’animo negativo. Riparto e dopo parecchi metri riprendo il passo della corsa e torno in gara, ma la neve ora scende fitta rimanendo sul mento stradale, mi fa congelare totalmente i piedi nudi come se fossero anestetizzati, infatti, gli ostacoli come le pietre e quant’altro non ho la sensibilità al dolore. Ecco l’arrivo, la nevicata non ha permesso la presenza del pubblico. Sono contento di questa mia nuova esperienza, con la consapevolezza di non conoscere ancora il mio limite alla sopportazione del dolore, perché correre tutta la gara a piedi nudi nella neve è difficilissimo, ma saperlo e straordinariamente bello e unico. Il ritorno in treno lo faccio in compagnia della ragazza Araba khadija Arafi, oggi terza , anche lei di Torino e corre per una società Tranese.